Vedendo dal programma che il film "Tutta colpa di Giuda" avrebbe aperto il festival del cinema di Pesaro, ho chiesto un parere sulla campagna di boicottaggio al regista Davide Ferrario:
Inutile dire che sulla questione palestinese siamo d'accordo.
Non trovo però che a Pesaro (come a Torino l'anno scorso per il salone del libro) sia corretta l'idea di boicottare la manifestazione. Qui non si tratta di merci o manifestazioni di appoggio alla politica israeliana, ma di idee e di cultura. Anzi, trovo che sentire voci dissonanti dalla politica governativa (come è il caso di molti cineasti e scrittori) aiuti a capire e a discutere.
Tu dici che la campagna non è contro gli autori, ma prova a rovesciare la situazione: sarebbe sensato che in Palestina qualcuno boicottasse la proiezione di un mio film perchè al governo in Italia c'è Berlusconi, che fa una politica filo-israeliana? Non sarebbe forse più utile che là sapessero che gli Italiani non sono tutti come lui?
Non è giusto per nessuno - soprattutto per il pubblico - che tutti i cittadini debbano pagare le colpe della maggioranza. E' solo dando voce a chi è in disaccordo che si abbattono muri meno odiosi ma altrettanto pericolosi di quello che gli israeliani hanno costruito.
Con rispetto per le vostre posizioni
U.N.:
Distinguerei intanto il piano economico da quello culturale.
Il cinema è anche un'industria e come tale, in questo caso, io mi sento in coscienza in diritto-dovere di boicottarla.
Ma il cinema, come tu dici, è anche cultura, idee, "spesso dissonanti dalla politica governativa". Io infatti i film li voglio vedere fosse solo per curiosità, per capire.
Il cinema però a volte è anche propaganda, sottile forse, ma propaganda.
D.F.:
Io non sono contrario a fare controinformazione durante il festival, è il concetto di boicottaggio che non condivido. E cioè impedire con la forza (anche la non-violenza è forza e spesso ce lo dimentichiamo, nel bene e nel male) un evento che è appunto, prima di tutto, culturale e non istituzionale.
Ho 50 anni e il festival di Pesaro per me è sempre stato un luogo di libera espressione. (Anche se una volta la curia ha cercato di impedire la proiezione di GUARDAMI - e quello sì è stato un boicottaggio....)
1 commento:
Il Sig Ferrario fa un paragone sbagliato, l'Italia non occupa militarmente nessun paese, pertanto il suo paragone è completamente fuorviante:
Seconda cosa il cinema è certamente cultura ma anche economia o dimentichiamo le industrie cinematografiche
Ultima cosa il boicottaggio non è violenza, vedere o non vedere un film, comprare o non comprare un prodotto è una libera scelta
leandro
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