giovedì 31 dicembre 2009
mercoledì 30 dicembre 2009
[GFM] Cairo: la polpetta avvelenata
Aggiornamenti sulla partenza dell'autobus con i 100 delegati :
L'accordo preso con il ministero degli Esteri egiziano di inviare una delegazione di 100 persone è rapidamente cambiato questa mattina. Mentre ieri sera il comitato direttivo approvava il piano, durante le prime ore del mattino a maggioranza si è deciso di non accettare totalmente la proposta dell'invio di un piccolo gruppo. L'autobus è partito solo con alcuni volontari perchè nel frattempo il ministero degli Esteri egiziano aveva annunciato alla stampa una differente versione dei fatti e cioè che avevano "scelto" le 100 persone perché erano gli unici membri veramente pacifici della delegazione - cosa ovviamente falsa, mentre invece da parte degli organizzatori c'era stato il tentativo di selezionare i delegati in poco tempo in modo da permettere a tutte le nazioni di essere rappresentate.
Quindi la maggioranza dei delegati sono scesi dall'autobus che è andato avanti, portando le persone che si sentivano di voler comunque raggiungere Gaza.
Come condiviso da tutte le delegazioni, domani mattina alle 10 si svolgerà una grande marcia internazionale per la libertà di movimento attraverso il confine tra l'Egitto e la Striscia di Gaza, per la fine dell'assedio e per fermare la costruzione del muro egiziano.
[GFM] Cairo: sede ONU
Dopo giorni di lotta e pressione sul governo egiziano oggi è stato comunicata la possibilità di far arrivare 100 delegati della Gaza freedom March a Gaza, ma ufficialmente il merito di questo risultato è della sig.ra Mubarak.
Da ieri pomeriggio di fronte alla sede dell'Onu infatti, poche persone, tra cui alcuni di Campagna Palestina Solidarità, tenevano impegnati decine di poliziotti incaricati di sorvegliarli (vedi foto).
In un primo momento la polizia ha attuato minacce psicologiche e poi la forza portando via fisicamente i 3 ragazzi egiziani e il palestinese-americano che si erano uniti al presidio.
Dopo una notte insonne di lotta, in sei confinati in 4 metri quadri al freddo, dietro le transenne, senza coperte e viveri la mattinata è stata caratterizzata dalle trattative con l'intelligence egiziana sulla possibilità di arrivare a Gaza e le continue manifestazioni di solidarietà delle delegazioni italiana e spagnola, le interviste da radio e televisioni e una commovente chiamata di solidarietà del presidente del Palestinian Medical Relief di Gaza.
Nel primo pomeriggio, dopo l'ennesima risposta negativa ricevuta dal mediatore governativo, la situazione è degenerata, con lo sblocco delle transenne e barriere che bloccavano gli attivisti, con un'attivista che si è stesa sulla strada di fronte alla sede Onu, rischiando seriamente di essere travolta dal traffico cairota, un poliziotto che stava per strozzare una compagna per togliergli la macchina fotografica a cui poi è stata sequestrata la memoria, spintoni e rimozioni forzate di persone che facevano resistenza passiva.
domenica 27 dicembre 2009
[GFM] Cairo: Ponte Qasr el Nil
lunedì 21 dicembre 2009
Il governo egiziano vuole impedire l'entrata a Gaza della Freedom March
L'ambasciata italiana al Cairo ha fatto sapere che il governo egiziano, dopo aver convocato gli ambasciatori delle 42 nazioni cui appartengono i volontari della Gaza Freedom March, li ha avvertiti che la Marcia non è autorizzata. Di conseguenza, pur non potendo impedire l'arrivo in Egitto di cittadini stranieri, impedirà ogni violazione delle leggi e della sicurezza del Paese, se necessario anche procedendo ad arresti. La nostra ambasciata non ha potuto che prendere atto delle dichiarazioni egiziane, non potendo agire autonomamente, in quanto la dimensione del problema va molto oltre i rapporti bilaterali italo-egiziani. Di seguito, trovate la traduzione del comunicato emesso, a nome di tutte le organizzazioni della GFM, dal Comitato organizzatore e un testo suggerito da inviare via mail/fax/tel. alle ambasciate egiziane. La mail dell'ambasciata in Italia è ambegitto@yahoo.com .
Gaza Freedom March
AGGIORNAMENTO
21 dicembre 2009
Siamo determinati a rompere l'assedio
Continueremo a fare tutto il possibile perché si realizzi
Con il pretesto di un aumento delle tensioni sul confine tra Gaza ed Egitto,
il Ministero degli Esteri egiziano ci ha informato ieri che il confine di Rafah
sarà chiuso nelle prossime settimane. Abbiamo risposto che la tensione c'è
sempre al confine a causa dell'assedio, che non ci sentiamo minacciati e
che, se ci sono rischi, sono rischi che siamo disposti a correre. Abbiamo
anche detto che ormai è troppo tardi per gli oltre 1.300 delegati provenienti
da più di 42 paesi per cambiare i loro programmi. Abbiamo entrambi
convenuto di proseguire i nostri scambi.
Anche se lo consideriamo un passo indietro, è comunque qualcosa che
abbiamo incontrato - e superato - in passato. Nessuna delle delegazioni,
grandi o piccole, che sono entrate a Gaza nel corso degli ultimi 12 mesi ha
mai ricevuto un' autorizzazione finale prima di arrivare al confine di Rafah.
La maggior parte delle delegazioni sono state scoraggiate persino da
lasciare il Cairo per Rafah. Alcune hanno avuto i loro pullman bloccati lungo
la strada. Ad alcune è stato detto chiaro e tondo che non potevano andare
a Gaza. Ma a seguito di pressioni pubbliche e politiche, il governo egiziano
ha cambiato la sua posizione e le ha lasciate passare.
I nostri sforzi e i nostri piani rimangono invariati, a questo punto. Abbiamo
deciso di rompere l'assedio di Gaza e marciare il 31 dicembre contro
l'assedio israeliano. Continuiamo nella stessa direzione.
Le ambasciate e missioni egiziane in tutto il mondo devono sentire la nostra
voce e quella dei nostri sostenitori (per telefono, fax ed e-mail) nei prossimi
decisivi giorni, con un messaggio chiaro: lasciate che la delegazione
internazionale entri a Gaza e lasciate che la Gaza Freedom March faccia il
suo cammino.
** Esempio di testo per le chiamate/fax/email all'ambasciata egiziana
Scrivo per esprimere il mio pieno sostegno alla Gaza Freedom March del
31 dicembre 2009. Chiedo al Governo egiziano di consentire ai/alle 1.300
delegati/e internazionali di entrare nella Striscia di Gaza attraverso l'Egitto.
Gaza Freedom March
AGGIORNAMENTO
21 dicembre 2009
Siamo determinati a rompere l'assedio
Continueremo a fare tutto il possibile perché si realizzi
Con il pretesto di un aumento delle tensioni sul confine tra Gaza ed Egitto,
il Ministero degli Esteri egiziano ci ha informato ieri che il confine di Rafah
sarà chiuso nelle prossime settimane. Abbiamo risposto che la tensione c'è
sempre al confine a causa dell'assedio, che non ci sentiamo minacciati e
che, se ci sono rischi, sono rischi che siamo disposti a correre. Abbiamo
anche detto che ormai è troppo tardi per gli oltre 1.300 delegati provenienti
da più di 42 paesi per cambiare i loro programmi. Abbiamo entrambi
convenuto di proseguire i nostri scambi.
Anche se lo consideriamo un passo indietro, è comunque qualcosa che
abbiamo incontrato - e superato - in passato. Nessuna delle delegazioni,
grandi o piccole, che sono entrate a Gaza nel corso degli ultimi 12 mesi ha
mai ricevuto un' autorizzazione finale prima di arrivare al confine di Rafah.
La maggior parte delle delegazioni sono state scoraggiate persino da
lasciare il Cairo per Rafah. Alcune hanno avuto i loro pullman bloccati lungo
la strada. Ad alcune è stato detto chiaro e tondo che non potevano andare
a Gaza. Ma a seguito di pressioni pubbliche e politiche, il governo egiziano
ha cambiato la sua posizione e le ha lasciate passare.
I nostri sforzi e i nostri piani rimangono invariati, a questo punto. Abbiamo
deciso di rompere l'assedio di Gaza e marciare il 31 dicembre contro
l'assedio israeliano. Continuiamo nella stessa direzione.
Le ambasciate e missioni egiziane in tutto il mondo devono sentire la nostra
voce e quella dei nostri sostenitori (per telefono, fax ed e-mail) nei prossimi
decisivi giorni, con un messaggio chiaro: lasciate che la delegazione
internazionale entri a Gaza e lasciate che la Gaza Freedom March faccia il
suo cammino.
** Esempio di testo per le chiamate/fax/email all'ambasciata egiziana
Scrivo per esprimere il mio pieno sostegno alla Gaza Freedom March del
31 dicembre 2009. Chiedo al Governo egiziano di consentire ai/alle 1.300
delegati/e internazionali di entrare nella Striscia di Gaza attraverso l'Egitto.
domenica 20 dicembre 2009
1415
Morti durante l'operazione militare israeliana "Piombo Fuso" nella Striscia di Gaza dal 27 Dicembre 2008 al 18 Gennaio 2009
nomi, cognomi, età e contesto in cui sono stati uccisi.
(dati a cura del Palestinian Center for Human Rights)
nomi, cognomi, età e contesto in cui sono stati uccisi.
(dati a cura del Palestinian Center for Human Rights)
La Storia non si cancella - 2
Il tempismo di Benedetto XVI sblocca il riconoscimento delle “eroiche virtù” di PioXII il giorno dopo il trafugamento della scritta in ferro battuto “Arbeit Macht Frei” dal cancello di Auschwitz
Una coincidenza simile era già accaduta con la riabilitazione dei lefebvriani resa nota il giorno dopo l’intervista negazionista al vescovo Williamson.
Coincidenze.
Le “eroiche virtù” di PioXII, il papa che restò in silenzio di fronte alle leggi razziali e all’Olocausto, non potevano aspettare.
Se non fossi già anticlericale, coglierei l'occasione per diventarlo.
Una coincidenza simile era già accaduta con la riabilitazione dei lefebvriani resa nota il giorno dopo l’intervista negazionista al vescovo Williamson.
Coincidenze.
Le “eroiche virtù” di PioXII, il papa che restò in silenzio di fronte alle leggi razziali e all’Olocausto, non potevano aspettare.
Se non fossi già anticlericale, coglierei l'occasione per diventarlo.
La Storia non si cancella - 1
Auschwitz: rubata la scritta "Arbeit macht frei"
dal messaggero
Tullia Zevi: «Provocazione o idiozia, ma è l'oblio il pericolo più grande»
"Il pericolo che vedo è quello dell’oblio. Come non si dovrebbe mai smettere di ripetere, se la memoria viene cancellata, questo condanna un popolo, una nazione, l’umanità intera, a rivivere i mali del passato. Con amarezza vedo la potenza dell’oblio. Con tutte le nostre forze penso che vada arginato"
Moni Ovadia: il furto di Auschwitz e l'uso strumentale di un luogo di dolore
"Vorrei ricordare che Primo Levi ha scritto Se questo è un uomo, non Se questo è un ebreo. L’ebreo rappresenta la minoranza e l’alterità. Il suo capolavoro è la distruzione degli idoli e dell’idolatria. Il suo messaggio è la volontà di onorare la persona e darle una centralità costante e assoluta.
Solo richiamando questa realtà, facendone partecipi i “diversi” di oggi, che fanno paura come gli ebrei di allora, daremo finalmente ad Auschwitz il valore maieutico che ha."
Opposizione "senza se e senza ma"
D'Alema: "certi inciuci farebbero bene"
Guzzanti-Rutelli: "Berluscò, ricordate dell'amici!!!"
sabato 19 dicembre 2009
Gaza, terra contaminata dai bombardamenti
I bombardamenti israeliani a Gaza del 2006 e del 2009 hanno lasciato sul terreno forti concentrazioni di metalli tossici, che possono provocare nella popolazione leucemie, problemi di fertilità e gravi effetti sui nuovi nati, come malformazioni e patologie di origine genetica. Questi metalli sono in particolare tungsteno, mercurio, molibdeno, cadmio e cobalto.
E' il risultato di uno studio condotto da New Weapons Research Group (Nwrc), una commissione indipendente di scienziati basata in Italia che studia l'impiego delle armi non convenzionali e i loro effetti di medio periodo sui residenti delle aree in cui vengono utilizzate.
Scarica documento completo
E' il risultato di uno studio condotto da New Weapons Research Group (Nwrc), una commissione indipendente di scienziati basata in Italia che studia l'impiego delle armi non convenzionali e i loro effetti di medio periodo sui residenti delle aree in cui vengono utilizzate.
Scarica documento completo
mercoledì 16 dicembre 2009
Mandato d'arresto contro Tzipi Livni
L'ex ministro degli Esteri israeliano, Tzipi Livni, è stata raggiunta da un mandato d'arresto emesso da un tribunale londinese per i «crimini di guerra» commessi dalle forze armate israeliane un anno fa a Gaza durante l'operazione militare "Piombo fuso".
dal manifesto:
«Mandato di cattura per i massacri», Livni annulla viaggio a Londra
"Questo però non è l'unico motivo di tensione esploso di recente tra Tel Aviv e Londra. Presto i prodotti che dalla Cisgiordania andranno verso il Regno unito, dovranno specificare nell'etichetta se sono stati confezionati dai palestinesi o nelle colonie ebraiche (illegali per il diritto internazionale)."
dal manifesto:
«Mandato di cattura per i massacri», Livni annulla viaggio a Londra
"Questo però non è l'unico motivo di tensione esploso di recente tra Tel Aviv e Londra. Presto i prodotti che dalla Cisgiordania andranno verso il Regno unito, dovranno specificare nell'etichetta se sono stati confezionati dai palestinesi o nelle colonie ebraiche (illegali per il diritto internazionale)."
Più la giri, più puzza
Pacco bomba alla Bocconi:
corriere.it scrive "la rivendicazione è arrivata alle 13 di mercoledì con una telefonata anonima e un volantino al quotidiano «Libero»."
Un gruppo di anarchici che rivendica un'azione su Libero?
Quello dove lavora ancora come opinionista Renato Farina "Betulla", che aveva ammesso di aver collaborato, con i Servizi segreti italiani, fornendo informazioni e pubblicando notizie false in cambio di denaro?
Va bè che sono "informali"... ma certo che sono un pò strani 'sti anarchici.
corriere.it scrive "la rivendicazione è arrivata alle 13 di mercoledì con una telefonata anonima e un volantino al quotidiano «Libero»."
Un gruppo di anarchici che rivendica un'azione su Libero?
Quello dove lavora ancora come opinionista Renato Farina "Betulla", che aveva ammesso di aver collaborato, con i Servizi segreti italiani, fornendo informazioni e pubblicando notizie false in cambio di denaro?
Va bè che sono "informali"... ma certo che sono un pò strani 'sti anarchici.
martedì 8 dicembre 2009
Criminalità organizzata
Montalto di Castro (Viterbo), Borgo Sabotino (Latina), Garigliano (Caserta), Trino Vercellese (Vercelli ), Caorso (Piacenza), Oristano, Palma (Agrigento) e Monfalcone (Gorizia).
Sarebbe questa la lista stilata dall'Enel per le "nuove" centrali nucleari.
Una scelta che, ignorando il referendum dell' 1987, che bocciò la costruzione di centrali nucleari, porterà alla militarizzazione dei territori, ad un aumento dei costi per l'energia (20 miliardi di euro subito per gli impianti e costi incalcolabili per la gestione e smaltimento delle scorie) e a disincentivi per le energie rinnovabili.
Grazie a tipi come Scajola.
Sarebbe questa la lista stilata dall'Enel per le "nuove" centrali nucleari.
Una scelta che, ignorando il referendum dell' 1987, che bocciò la costruzione di centrali nucleari, porterà alla militarizzazione dei territori, ad un aumento dei costi per l'energia (20 miliardi di euro subito per gli impianti e costi incalcolabili per la gestione e smaltimento delle scorie) e a disincentivi per le energie rinnovabili.
Grazie a tipi come Scajola.
domenica 6 dicembre 2009
Cuba
Yoani Sánchez racconta nel suo blog cosa significa vivere oggi a Cuba: le difficoltà della vita quotidiana, di fare la spesa, di spostarsi, l’arte di ripararsi gli elettrodomestici guasti, la propaganda e il potere "paternalistico" del sistema cubano.
Leggo regolarmente gli articoli di Yoani Sánchez su Internazionale e però mi fà strano non leggere mai una riga sull'embargo a cui Cuba è sottoposta da mezzo secolo, che credo possa spiegare, se non altro, la carenza di merci nell'isola.
Cyberwar a Cuba di Minà sul manifesto
Ogni articolo di Minà è prezioso perchè dà comunque un altro punto di vista rispetto ai media mainstream, ma fà strano anche qui non leggere mai una critica al governo cubano, che in 50 anni non è riuscito a creare una nuova classe dirigente e che nel migliore dei casi, come dice la Sanchez, un pò "paternalista" lo è.
Leggo regolarmente gli articoli di Yoani Sánchez su Internazionale e però mi fà strano non leggere mai una riga sull'embargo a cui Cuba è sottoposta da mezzo secolo, che credo possa spiegare, se non altro, la carenza di merci nell'isola.
Cyberwar a Cuba di Minà sul manifesto
Ogni articolo di Minà è prezioso perchè dà comunque un altro punto di vista rispetto ai media mainstream, ma fà strano anche qui non leggere mai una critica al governo cubano, che in 50 anni non è riuscito a creare una nuova classe dirigente e che nel migliore dei casi, come dice la Sanchez, un pò "paternalista" lo è.
Uguaglianza, giustizia e diritto al lavoro
Le parole del grande Monicelli al No B Day
Uguaglianza, giustizia e diritto al lavoro
Senza queste tre cose non c'è libertà!
e un articolo interessante di Megachip sul NBD
Rivoluzione viola?
"senza il minimo dubbio, le rivoluzioni colorate sono state tutte eterodirette, eterofinanziate. Vale anche per la manifestazione del 5 dicembre? Non credo. Il Bilderberg non si occupa dei dettagli. Ragiona per strategie lunghe."
[...]
sabato 5 dicembre 2009
Unica strada: boicottare Israele
Il boicottaggio contro le politiche di segregazione e occupazione del governo isreliano è l'unica arma che abbiamo per poter accelerare la fine dell'occupazione delle terre palestinesi.
Quà la top ten dei marchi da boicottare questo Natale
http://bdsmovement.net/?q=node/601
Per quanto mi riguarda, di sicuro il mio prossimo shampo non sarà dell'Oreal, il mio nuovo pc non avrà un processore Intel e il mio prossimo cellulare non sarà della Motorola.
http://www.hanguponmotorola.org/
giovedì 3 dicembre 2009
Auguri
Obama: «In Afghanistan altri 30 mila soldati in sei mesi»
Imminente l'annuncio del presidente americano. Nessun riferimento alla data di rientro delle truppe
In Afghanistan altri mille soldati italiani
Frattini: «Ritiro truppe non oltre il 2013»
Imminente l'annuncio del presidente americano. Nessun riferimento alla data di rientro delle truppe
In Afghanistan altri mille soldati italiani
Frattini: «Ritiro truppe non oltre il 2013»
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