ore 18: presentazione del libro ‘Identità e Conflitto: il caso israelo-palestinese’, di Cinzia Nachira.
da Le Monde Diplomatique: "Un'attenta riflessione sulle radici identitarie alla base del conflitto in Palestina. Con un'analisi del processo di costruzione del nazionalismo israeliano, alla base delle politiche coloniali e della natura stessa dello Stato di Israele. Con uno spaccato inedito sulle grandi contraddizioni presenti all'interno della società israeliana".
L'autrice in questo testo rintraccia il filo conduttore di un dibattito che, dalla fine del XIX secolo ad oggi, si ripropone ciclicamente: la soluzione statuale israeliana ha risposto ad una necessità o ad una rivendicazione nazionalistica nel quadro di un progetto coloniale?
Riflettere sulla società israeliana non significa né identificarsi con essa, né fare concessioni al «vittimismo» di cui si nutre il Sionismo, dentro e fuori Israele; significa mettere in pratica una delle più elementari verità sulle lotte di liberazione dei popoli oppressi: l'alleato più prezioso è il popolo del Paese oppressore che si ribella ad essere complice dei propri governi ed apparati militari. A questo meccanismo non sfugge il popolo palestinese, i cui dirigenti da molti anni ormai hanno compreso fino in fondo l'importanza delle «crisi di coscienza collettiva» israeliane.
L’evento è organizzato in collaborazione con la Campagna Palestina Solidarietà Marche, costituita da associazioni e singoli che da anni lavorano per una pace giusta in Medio Oriente e contro l’occupazione israeliana.
ore 21: Proiezione di «Checkpoint Rock» di Fermin Muguruza e Javier Corcuera
La vitalità della scena musicale palestinese di fronte alla cultura di morte che vorrebbe imporre Israele nei territori occupati. La musica diventa metafora ideale per ricordare a tutti che "un popolo che canta non muore" «Checkpoint Rock» è una lezione di speranza collettiva.
Un documentario straordinario che unisce la forza della ragione ad emozioni contagiose. Il film abbonda di personaggi "magici", alcuni parlano, altri cantano e comunque quando si fa rap non c'è differenza tra una cosa e l'altra. Il portavoce del gruppo hip hop Dam, parafrasando Public Enemy, che diceva che il rap afroamericano era la CNN di strada, afferma che il rap palestinese è la Al Jazeera di strada.