Omissione di soccorso come pena di morte per i migranti nel canale di Sicilia
di Fulvio Vassallo Paleologo, Università di Palermo
Si infrange il principio fondamentale del diritto del mare che è quello di prestare soccorso a chi è in difficoltà"
intervista di Nello Trocchia a Laura Boldrini
Il complesso dispositivo militare costruito dall’Italia in collaborazione con la Libia, con Malta e con Frontex (la polizia europea per il controllo delle frontiere ndr) , per contrastare le traversate del Canale di Sicilia contempla negli ultimi mesi l’accoglienza solo per i pochi che riescono a varcare il limite delle acque territoriali italiane, altrimenti le procedure sono quelle del respingimento (oltre 1200 casi da maggio) oppure dell’abbandono in mare per giorni, per quanti siano riusciti a superare il primo sbarramento costituito dai pattugliamenti congiunti italo-libici, ma non siano riusciti ad avvicinarsi abbastanza alle acque territoriali italiane.
Il respingimento collettivo è vietato da tutte le Convenzioni internazionali e in particolare dal Protocollo n. 4 allegato alla Convenzione Europea a salvaguardia dei diritti dell’Uomo, Convenzione alla quale sia l’Italia che Malta sono soggette, anche quando si avvalgono della esternalizzazione delle pratiche di respingimento alle autorità libiche.
L'omissione di soccorso è un reato e và contro i principi basilari della solidarietà umana.
Chi ne risponderà?
venerdì 21 agosto 2009
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